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 Il dilemma degli investimenti

 local_inv.gifIl livello di governo locale (regioni, provincie e comuni) è in molti paesi UE sottoposto a processi di riforma e si trova sempre più sotto la pressione di una decrescente capacità di spesa. Gli investimenti del settore pubblico locale sono infatti in vertiginosa diminuzione in Europa (al ritmo di riduzioni del 7% all’anno).

Si tratta però di un livello che ha tradizionalmente svolto un ruolo di innegabile motore per gli investimenti, la spesa che transita dal livello locale rappresentava nel 2011, in media, il 12% del PIL nei 27 paesi UE; quasi il 60% del totale degli investimenti del settore pubblico in Europa. In Italia la spesa del settore pubblico locale è il 16% del PIL e gli investimenti locali sono addirittura più del 70% degli investimenti dell’intero settore pubblico. A fronte di questa perdita di un importante volano di crescita, occorre interrogarsi sulle possibilità endogene ed esogene al sistema Romagna di recuperare questa capacità di investimento. Ma è importante farlo considerando la fase attuale un’opportunità per rilanciare progetti di investimento pubblico di qualità (ad esempio con una alta capacità di sostenibilità ambientale e di generazione occupazionale) e soprattutto in una cornice di coordinamento territoriale. I fondi strutturali rappresentano un ottimo stimolo per gli investimenti in generale. In Romagna, nell’ultimo periodo di programmazione, per ogni euro di spesa pubblica si è generato in media 1,5 euro di investimento privato.

Con il 2014 si è aperta una nuova importante fase di programmazione della spesa regionale europea (portata dai Fondi Strutturali) su cui il sistema Romagna deve giocare con maggiore coordinamento territoriale. Se la capacità di generare investimenti (come effetto della “leva” delle risorse europee) fosse incanalata in progetti strategici di area vasta che implicano delle forti partnership pubblico-private, evitando al contempo progettualità parallele e ridondanti, si potrebbe recuperare almeno un quinto della perduta capacità di investimento del settore pubblico . In un periodo di ridefinizione dei parametri di spesa regionale europea per i prossimi sette anni, si ritiene che il coordinamento di area vasta sia un tema urgente da affrontare.
Un programma coordinato di spesa a livello di area vasta potrebbe svilupparsi su almeno due direttrici:
  • progetto di potenziamento della capacità innovativa delle imprese con stretto raccordo lungo la filiera scuola-formazione-università-ricerca, anche utilizzando le risorse del Fondo Sociale Europeo;
  • progetto di potenziamento dell’”intelligenza” delle reti locali (smart cities) con particolare attenzione alla sostenibilità del trasporto e alla riqualificazione energetica delle città.
Un ulteriore effetto di stimolo potrebbe derivare da un sistema che fornisca garanzie finanziarie per investimenti da parte di piccole e medie imprese locali con forte orientamento all’innovazione ambientale, sociale e tecnologica.
Il sistema di Confidi opera già in tale ottica, ma potrebbe essere ripensato per investimenti che avvengano secondo determinati parametri di sostenibilità, innovazione, occupazione, in modo da stimolare anche la domanda di cambiamento da parte delle imprese, che oggi invece sia per motivi dimensionali che culturali, risultano spesso impreparate alle nuove sfide del mercato .
 
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