Come far dialogare Università e imprese?
Esiste un'ampia letteratura che
dimostra effetti di crescita regionale grazie
all'interazione tra Università e
tessuto economico, specialmente se questo
scambio avviene come effetto di
ricerca su contenuti tecnologici medio-alti.
Un recente lavoro della Commissione Europea
ha cercato di fare il punto
sulle diverse iniziative europee di collegamento. Ne deriva una
fotografia
in cui la distribuzione di questi programmi è influenzata dal tipo
di
politiche nazionali dell’innovazione e dalle caratteristiche economiche
delle singole regioni.
Prevalgono forme di collaborazione avanzata in termini di ricerca e
sviluppo
(nostre elaborazioni nella tabella).
Sebbene
gli scambi di conoscenza tra territori e Atenei in Italia
siano cresciuti negli
ultimi anni (a giudicare dall’ammontare
di risorse che le Università ricevono
per attività di ricerca
direttamente dal livello locale) resta il problema di
come
territori “mid-range”, ovvero senza una forte caratterizzazione
su attività di R&D (a causa di una domanda meno
strutturata
da parte delle imprese locali), possano comunque beneficiare
della
presenza di una sede universitaria.
L’alternativa
ad attività incentrate esclusivamente su collaborazioni
di ricerca (che tendono ad escludere i territori con profili tecnologici medio-bassi)
esiste ed è offerta da
programmi di scambio che si incentrano
sul capitale
umano (scambi attraverso spin-offs e start-ups).
Questo livello di intervento è quello che permette anche di intercettare
la domanda latente di collegamento tra imprese e università.
Una
recente indagine Antares con un panel di aziende
emiliano-romagnole ci ha permesso di
verificare quali siano
le caratteristiche aziendali che accompagnano una
maggiore
collaborazione con una Università e a quali caratteristiche si associa
la probabilità che un’azienda abbia un progetto da sviluppare
con l’Università.
Il numero di aziende con collaborazioni aumenta se ci sono state
esperienze di
tirocini, se le imprese conducono già attività di
ricerca autonoma e se
l’università a cui si rivolgono è quella del territorio.
La
probabilità che un'azienda abbia un progetto da sviluppare con l’Università cresce (dal 20% al 58%) se
l’azienda ha ospitato tirocini .
Questo segnala che “politiche attive” di collegamento attraverso
ad esempio contatti che partano da tesi di laurea o attività di “placement”) sono cruciali per ampliare l'intensità del collegamento tra
Università e tessuto economico (in particolare per territori senza una
spiccata specializzazione tecnologica).
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