JSN ImageShow - Joomla 1.5 extension (component, module) by JoomlaShine.com
 


SPECIALE: space economy in Emilia-Romagna 

aerogvc.png

 

 

       SPECIALE: la macroregione Adriatico-Ionica

 

eusair.png

 

 

 

adriatico-ionico.png

 

 

   

 

 

Antares su CARTO  

 carto.png

 

Antares su Tableau Public

tableaulogo.jpg

 

Home arrow Blog arrow Siamo felici?
Siamo felici? PDF Stampa E-mail

Felicità e benessere

Più incede la fase di crisi, più siamo portati a chiederci quale potrebbe essere il nuovo senso di marcia dell'economia. Tra tanti momenti di riflessione che vengono lanciati, ne segnaliamo uno molto interessante.

Secondo l'Eurobarometro, dal 2001 al 2011 la quota di italiani non soddisfatti con la propria vita è aumentata dall'11 al 15%. Nello stesso periodo la quota di tedeschi insoddisfatti è diminuita dal 15% al 10%.

Nel 2011 i tedeschi che si professano molto soddisfatti corrispondono ad un quarto del totale; in Italia un quinto degli italiani si dice molto insoddisfatto.

Se dovessimo paragonare questa differenza allo spread sui rendimenti dei titoli di stato, lo "spread della felicità" sarebbe più ampio (in negativo) di quattro volte rispetto allo spread finanziario.

Peraltro poiché la felicità è correlata alle aspettative, lo spread della felicità resta negativo anche per il futuro.

Possiamo trarre da questo la conclusione che la felicità sia sempre correlata alla situazione economica sia individuale, che di un paese?

In parte si. Ma attenzione. Quando parliamo di felicità e soddisfazione della propria vita, parliamo della valutazione complessiva che si effettua attraverso la nostra memoria. Diversa è la percezione immediata di benessere che accompagna determinate azioni durante l'arco delle nostre giornate. Questa distinzione è al centro del contibuto di Daniel Kahneman, premio nobel nell'economia nel 2002, e al centro di un suo recente libro.

L'esistenza di due sistemi cognitivi (uno più immediato e basato sull'esperienza ed un altro più razionale e basato sulla memoria dell'esperienza) ha importanti implicazioni per il collegamento tra felicità e livello economico.

Numerosi esperimenti, su ampi campioni di popolazione, hanno mostrato che il denaro fa la felicità; ma il denaro, sopra una certa soglia di reddito, non compra l'esperienza di benessere; ovvero superata una certa soglia il denaro non garantisce il piacere delle piccole cose.

E' la conferma di Kahneman al cosiddetto paradosso di Easterlin.

Se sulla felicità possiamo costruire metriche di valutazione ex-post, è possibile allora misurare il benessere? Ci sono alcuni tentativi in corso, ma la difficoltà è data anche dall'esigenza di arrivare a metriche di carattere interpersonale (che confrontino i diversi stati personali di benessere). Nonostante studi in questa direzione (come quelli sul Benessere interno lordo), esistono opinioni discordanti che si possa raggiungere un indice sintetico sul benessere, paragonabile al PIL.

Il piccolo paradosso dei nostri tempi di crisi è che siamo stati (o dovremmo essere stati) riportati dalla realtà ad apprezzare le piccole cose e quindi potenzialmente a migliorare il nostro benessere; tuttavia con l'aggravarsi della crisi e con l'incombere di drammi quali la disoccupazione, come possiamo essere felici? Il problema principale di politiche in tal senso non è aumentare la felicità, ma ridurre disagio e indigenza.

 

 
< Prec.   Pros. >

  

 

13870.gif

 

 

    

 

kt.jpg

 

 

      

 

libro_antares.jpg

 

 

 

 

volare_alto2.jpg

 

Free Joomla Templates